Descrizione d’insieme
“San Carlo in processione con il Santo Chiodo” è il titolo di quest’operarealizzata dalla pittrice lombarda Fede Galizia nel secondo decennio delSeicento.Si tratta di un dipinto di dimensioni notevoli: misura infatti 216 centimetri dialtezza per 121 centimetri di larghezza e si presenta quindi come un rettangolocon il lato più lungo posto in verticale.La tecnica utilizzata è quella dell’olio su tela e il dipinto è stato realizzato constile realistico, cercando cioè di riprodurre forme e colori come sononormalmente percepiti dall’occhio umano.Il soggetto del dipinto è l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, che tiene tra lemani una croce a guida di quella che sappiamo essere stata una processionetenutasi nel 1576 nella piazza della cattedrale, per scongiurare una pestilenzache si era abbattuta sulla città.Il punto di vista adottato rispetto al soggetto principale è ravvicinato ediagonale: l’autrice riprende Carlo Borromeo da una posizione leggermenterialzata e di tre quarti, privilegiando oltre alla parte anteriore il suo lato destro.Ne risulta che l’arcivescovo, raffigurato in primo piano e a figura intera, occupagran parte della tela: la sua persona parte prossima al bordo inferiore e prendein altezza circa i quattro quinti del dipinto, lasciando spazio per le figure e learchitetture di contorno solo ai lati e nella parte alta della tela.
Una descrizione più analitica dei vari elementi percettivi nell’opera riguarderà:
- Carlo Borromeo e la croce
- Gli angioletti nel cielo
- La folla in processione
- Lo sfondo urbano
- La luce e i colori
Carlo Borromeo e la croce
Carlo Borromeo è ritratto come un uomo di circa quarant’anni, che regge fra lemani una grossa croce. Tiene il capo leggermente chino in avanti e piegatoverso la sua spalla sinistra.
Sul viso magro con una barba appena accennata intorno alla bocca tenutachiusa, risaltano gli occhi, grandi e tondeggianti, dai quali scendono lacrimecopiose, mentre lo sguardo è diretto alla grossa croce che porta davanti a sé.La sua espressione è commossa ma non dolente, piuttosto appare fiduciosa efiera. Il religioso protende in avanti l’avambraccio destro per impugnare labase di essa, mentre con il sinistro arriva più in alto, appoggiando la mano suun velo trasparente, posto circa a metà del legno verticale della stessa. LaCroce, di legno scuro, dove all’intersezione dei due legni è conservata lareliquia del Santo Chiodo che fu usato per la crocifissione di Gesù, parteall’altezza dell’addome di Carlo Borromeo e arriva a superare nettamente lasommità del suo capo: dovrebbe quindi essere alta all’incirca un metro.Dagli abiti dell’arcivescovo spuntano i piedi nudi, il sinistro davanti al destro,che rivela una ferita sull’alluce, entrambi impegnati a procedere su un terrenosconnesso dove si distinguono pietre, terra e rametti di foglie.Carlo Borromeo indossa una serie di abiti adatti all’occasione solenne. Sopra ditutti una lunga cappa nera con strascico aperta sul davanti e con un cappucciodal risvolto rosso che arriva sulla fronte dell’uomo coprendone del tutto lacapigliatura. Dall’apertura della cappa sul davanti si vedono una cortamantellina rossa, detta mozzetta, dalla quale sul collo spunta il colletto dellasottostante tunica bianca a mezza gamba chiamata rocchetto e ancora sotto adessa un abito talare anch’esso chiaro lungo fino alle caviglie. Attorno al collol’uomo porta una corda annodata a cappio, la cui estremità pende libera inavanti, mentre sopra la testa dell’uomo si distingue la circonferenza dorata diun’aureola.
Gli angioletti nel cielo
Al di sopra della figura di Carlo Borromeo, volano due angioletti alati,raffigurati come putti dai capelli biondi ricci, coperti solo in parte nella loronudità da stoffe fluttuanti di colore viola. L’angioletto a sinistra, una delle cuiali è di colore nero, innalza sopra la testa il braccio destro reggendo in manoun rametto d’ulivo, mentre con la mano sinistra impugna una spada con lalama rivolta verso l’alto. L’angioletto a destra sorregge con le braccia davanti asé un particolare copricapo cardinalizio di colore rosso, detto “galero”, ai latidel quale pendono alcuni cordoncini. In mezzo agli angeli, irrompe un fascio diluce, che si staglia su un cielo scuro e gonfio di nubi e ricade sull’arcivescovo,la croce e gli astanti.
La folla in processione
Ai lati in basso della tela, alle spalle del Borromeo, sono raffigurati in secondopiano i molti partecipanti alla processione: sulla sinistra i fedeli portanocrocifissi e candele, sulla destra sono probabilmente canonici, abbigliati conabiti simili a quelli indossati dall’arcivescovo che li guida.
Tutti sono resi con pennellate essenziali e man mano che lo snodo del corteo liallontana tendono ad essere meno definiti e colorati, risultando alfine quasiesseri trasparenti.
Lo sfondo urbano
Lo sfondo della scena è occupato da una veduta urbana che rivela comedoveva apparire il centro della città attraversato dalla processione.All’estremità destra della tela si vede la struttura alta e stretta di quello cheera l’antico rione cittadino noto come Rebecchino, contraddistinto da moltefinestre e un tetto a spiovente di color rosso, mentre sempre sulla destra, fra ilRebecchino e la sagoma di Carlo Borromeo si intravede Palazzo Ducale.Infine, nella fascia alta a sinistra della tela, sempre sullo sfondo, appare lacattedrale, con un aspetto molto diverso dall’attuale: non vi sono infatti gugliee pinnacoli, ma una facciata con tre portali coronata da una cornice curva,oltre la quale si innalza la struttura del tiburio, con tetti spioventi rossi e uncampanile a torre quadrata.
La luce e i colori
La principale fonte di luce nel dipinto sembra essere il raggio che squarcia lenubi sopra la testa del Santo e ne illumina il volto, oltreché le figure dei fedeliposte in basso a destra della tela.Prevalgono per lo più i toni del grigio, sui quali risaltano in primo piano i colorirosso, nero e bianco degli abiti cerimoniali di Carlo Borromeo.